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2019/10/29

NON SONO PUZZE MA SOSTANZE CANCEROGENE (Riunione del gruppo di lavoro su Asfalti Brianza)


                                     
Vi sono alcune questioni da proporre ai sindaci in una prossima riunione pubblica.
In primo luogo vorremmo insistere sull'equivoco presente in tantissimi articoli di giornale e riguardante le molestie olfattive.
Tutti parlano di puzze e odori mentre la questione più grave è data dalle sostanze cancerogene emesse dal camino di Asfalti Brianza.
Secondo la relazione autofinanziata dalla azienda stessa è ammesso in modo chiaro che fuoriescono sostanze cancerogene di prima fascia come il benzene e le aldeidi. È per questo che l'azienda è definita come insalubre di prima classe e dovrebbe sorgere lontano da qualsiasi abitato.

Il parlare solo delle "puzze" ha comportato e comporta tuttora una prospettiva distorta.

Ai tempi del Sindaco Borgonovo il Comune di Concorezzo per la verità non ha neppure messo in atto le procedure per il contrasto delle molestie olfattive previste da specifica DGR. Col che anche ARPA in qualche modo ha ritenuto (crediamo erroneamente) di potersi tirar fuori dal gioco. I  nostri consulenti infatti affermano che ARPA, dietro sollecitazione dei cittadini, abbia in ogni caso la responsabilità di avviare i controlli anche in modo autonomo. Anzi per aziende insalubri di prima classe la prassi consolidata in Lombardia sembra essere quella di una visita di controllo almeno annuale.
L'insistenza sulle puzze ha giustificato e condizionato anche gli inconcludenti tavoli che hanno partorito alla fine l'idea della "riduzione del danno". Si è ipotizzato di convincere una proprietà che da almeno un decennio causa le proteste di intere comunità (vedi Segrate e ora un bel po' di città della Brianza) a riconvertirsi ad una produzione più ecologica (materiale a base cementizia). Ovviamente l'azienda ha poi eluso tale ipotesi argomentando che tale materiale nuovo non lo chiede nessuno. Il progetto stesso di miglioramento dell'impianto è criticabile nella sua genesi e nella procedura.

Per fortuna è poi intervenuta la Procura e ci auguriamo che le indagini non siano legate solo all'eccessivo e disordinato stoccaggio di materiale.

L'equivoco delle puzze rischia di produrre danni anche dopo un'eventuale riapertura di Asfalti Brianza fosse pure solo per un periodo di monitoraggio delle emissioni e degli eventuali effetti dei lavori eseguiti sull'impianto. Si parla già di "annusatori" che compileranno schede.
Cercheremo di chiedere ai sindaci di veicolare alla Procura le nostre seguenti argomentazioni (elementi, peraltro, che sicuramente la Procura ha già ben chiari) .
In primo luogo i lavori da eseguire ora presso Asfalti Brianza non devono limitarsi (come previsto da alcuni giornali) al ripristino di una condizione pre sequestro. Si tratta in primo luogo di "caratterizzare" in modo preciso i materiali sequestrati, specie quelli definiti come "pericolosi". Si tratta poi di sondare suolo, sottosuolo e falda non solo nel perimetro dell'azienda ma anche in tutta la vasta area delle segnalazioni raccolte (area in cui insistono abitazioni, scuole, asili e perfino gli orti comunitari del Comune di Monza). Occorre valutare eventuali inquinamenti della falda anche in considerazione del fatto che all'interno di Asfalti Brianza c'è un pozzo di Brianza acque. Bisogna accertare anche eventuale presenza di metalli nell'acqua e nella falda.
L'ottica deve essere quella della BONIFICA  e non del semplice ripristino.

Senza una accurata raccolta preventiva di dati che senso avrà fornire un successivo monitoraggio da raffrontare ...col nulla?!
Chiediamo controlli tramite centraline disseminate nelle zone interessate dalle nostre segnalazioni.
Occorrerà poi monitorare le emissioni al camino questa volta con un regime di lavoro normale e non basso come nella relazione autoprodotta da AB.

In caso di inquinamento accertato la parte offesa sarebbe il comune. Cioè tutti i comuni interessati da inquinamento sono parte offesa e possono valutare l'eventuale costituzione di parte civile qualora si arrivasse a processo.

Un'altra questione collegata riguarda  il fatto che a differenza di quanto finora sostenuto i sindaci possono fare ricorso a periti privati i quali possono anche realizzare analisi e campionamenti in modo più stringente rispetto a quanto previsto da Arpa. I nostri quattro comuni potrebbero farlo in modo collaborativo.

Altre cose che vorremmo appurare riguardano i tempi relativi alla nostra richiesta di accesso agli atti e al tipo di atti eventualmente negati.
Ora il comitato di quartiere Sant'Albino intende presentare domanda di accesso agli atti anche alla ATS di Monza e Brianza. Sarebbe opportuno che tale richiesta venga supportata anche da tutti i comuni interessati.
Intanto proseguono numerosi contatti con associazioni, enti ed istituzioni.


In ogni caso è urgente che i sindaci organizzino una assemblea pubblica in cui i cittadini possono fare le loro domande e ricevere le risposte necessarie.



CQSA

31/10 HALLOWEEN DA BRIVIDI!


2019/10/19

ASFALTI BRIANZA : UN PO' DI CAUTELA!

Il contenuto dell'articolo pare smentire il titolo. In primo luogo la "pulizia" durerà tra i trenta e 60 gg. In secondo luogo i materiali "sgomberati" verranno analizzati e identificati. In terzo luogo il Sindaco Capitanio afferma che interpellato darà parere negativo al piano di smaltimento proposto da Asfalti Brianza e che occorrerà una analisi delle sostanze emesse e rilasciate ma anche di eventuali infiltrazioni nella falda acquifera. E noi confidiamo in una scelta del genere.

NOI CHIEDIAMO PREVENTIVAMENTE:

  • IDENTIFICAZIONE DELLE SOSTANZE EMESSE ED ESCLUSIONE DELLA LORO NOCIVITA'
  •  ANALISI DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
  • ANALISI DELLA FALDA ACQUIFERA
Inoltre ci pare ovvio che la Procura stia indagando anche su aspetti relativi alla gestione amministrativa della azienda, al rispetto delle normative che regolano i rapporti di lavoro e la sicurezza dei lavoratori stessi ecc. 
Per cui è lecito attendersi che la riapertura della produzione non sia così prossima!

CQSA




2019/10/17

ASFALTI BRIANZA NON HA RIAPERTO! COSA INTENDIAMO FARE IN OGNI CASO

Info provenienti dal Comune di Concorezzo ci hanno avvisato che l'impianto non ha riaperto. Si stanno solo attuando gli interventi, prescritti dalla Procura, di quanto trovato che non doveva esserci.

CQSA


In realtà Asfalti Brianza non ha riaperto!


Resta il fatto che un migliaio di segnalazioni hanno certificato in modo inoppugnabile che Asfalti Brianza era la fonte inequivocabile dei terribili miasmi che hanno avvelenato decine di migliaia di persone nei mesi estivi del 2019. La controprova è che dalla chiusura le segnalazioni si contano sulle dita di una mano.
In secondo luogo il tema delle puzze spesso citate dai media è un'arma di distrazione di massa. L'azienda insalubre di prima classe produce emissioni CANCEROGENE.  Lo ammette la stessa Asfalti Brianza in una relazione tecnica autofinanziata (perciò di parte) che si limita solo a restringere ad un raggio di 500 metri l'area esposta a queste emissioni nocive. Peraltro negli stessi 500 metri, anche dando per buona la limitazione, insistono bar, ristoranti, uffici e numerose abitazioni.
Per cui prima di fare esperimenti occorre che ARPA  e ATS non si limitino a valutare solo le molestie olfattive ma analizzino scientificamente il fatto che questa azienda emette per definizione idrocarburi policiclici aromatici (benzene, toluene ecc.) e altre sostanze cancerogene.
Dunque occorrono centraline per monitorare l'aria ma anche una analisi di suolo, sottosuolo e falda.
Intanto come Comitato ci muoviamo chiedendo l'accesso agli atti a tutte le Istituzioni interessate (Arpa compresa) e  abbiamo aperto contatti con legali competenti in materia ambientale.
Ma soprattutto  chiediamo ai nostri Sindaci di tener fede alla loro responsabilità primaria in materia di tutela della salute dei cittadini. 
Ai cittadini l'invito a riprendere, nel caso, ad effettuare le segnalazioni in modo molto preciso. Restiamo vigili e compatti.

CQSA

COMITATO DI QUARTIERE SANT'ALBINO E SAN DAMIANO