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2025/11/27

A PROPOSITO DI "MARANZA"

L'articolo è di Alessandro Gilioli. Le sottolinaeature sono nostre.


DI ALESSANDRO GILIOLI

Con la parola "maranza" si indicano quei gruppi di giovani che hanno tra loro aspetti comuni nell'abbigliamento, nel taglio di capelli e nei comportamenti. Ma soprattutto c'è un dire e non dire che sono tutti o quasi italiani di seconda generazione, figli di emigrati, di solito dal nord Africa.

La destra ci marcia molto sui maranza: fa bene, dal suo punto di vista, perché costituiscono l'accoppiata "allarme sicurezza" più "difesa della razza", quindi la ragione sociale della peggiore destra. E' così, del resto, che si riempiono le urne e si alimentano i cortei per le remigrazione.
I maranza esistono e sono spesso molesti, talvolta violenti.
Le seconde generazioni, spesso ragazzi nati in Italia, sono tuttavia proprio la prova dei danni della subcultura di destra. Se tu cresci, fin da bambino, in un contesto in cui sei percepito come diverso, dove già alle elementari ci si sente dire di tornare al tuo paese (anche se il tuo paese è l'Italia), dove non hai il passaporto, dove percepisci un rifiuto diffuso verso quelli come te, e verso come mangi, come parli, come preghi: ecco, se tutto questo fosse accaduto a me o a te, probabilmente saremmo entrambi maranza.
Non c'è nulla di strano quindi se a volte alcuni o molti di loro diventano "maranza", conquistando identità di gruppo e in una compagine di uguali dove sono accettati se non protagonisti, contrapposta e conflittuale verso il resto del mondo che li ha fatti sentire minori.
Di strano, quasi buffo, c'è invece il paradosso che a creare i maranza è stata la stessa subcultura del respingimento e della remigrazione che adesso incassa consensi agitando lo spauracchio maranza.
Quanto a noi, a noi accusati di immigrazionismo e porti/e aperti/e, posso solo dire che forse dovremmo concentrarci sul dopo accoglienza almeno quanto sull'accoglienza. E' una storia lunga, troppo lunga per un post, ma penso sia chiara a chi mi legge.

COMITATO DI QUARTIERE SANT'ALBINO E SAN DAMIANO