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2019/10/23
ASFALTI BRIANZA NON RIAPRE - CONCESSO IL RIPRISTINO AMBIENTLE
2019/10/20
2019/10/19
ASFALTI BRIANZA : UN PO' DI CAUTELA!
Il contenuto dell'articolo pare smentire il titolo. In primo luogo la "pulizia" durerà tra i trenta e 60 gg. In secondo luogo i materiali "sgomberati" verranno analizzati e identificati. In terzo luogo il Sindaco Capitanio afferma che interpellato darà parere negativo al piano di smaltimento proposto da Asfalti Brianza e che occorrerà una analisi delle sostanze emesse e rilasciate ma anche di eventuali infiltrazioni nella falda acquifera. E noi confidiamo in una scelta del genere.
NOI CHIEDIAMO PREVENTIVAMENTE:
CQSA
NOI CHIEDIAMO PREVENTIVAMENTE:
- IDENTIFICAZIONE DELLE SOSTANZE EMESSE ED ESCLUSIONE DELLA LORO NOCIVITA'
 - ANALISI DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
 - ANALISI DELLA FALDA ACQUIFERA
 
Inoltre ci pare ovvio che la Procura stia indagando anche su aspetti relativi alla gestione amministrativa della azienda, al rispetto delle normative che regolano i rapporti di lavoro e la sicurezza dei lavoratori stessi ecc. 
Per cui è lecito attendersi che la riapertura della produzione non sia così prossima!
CQSA
2019/10/18
ASFALTI BRIANZA - OGGI RICHIESTA ACCESSO ATTI AD ARPA (18-10-2019)
Etichette:#comitatosantalbino, #monza, #
#ABACCESSOATTI,
#ABACCESSOATTIARPA18-10-2019,
#ABARPA
ASFALTI BRIANZA - CQSA: PRIMA DI OGNI RIAPERTURA VOGLIAMO SAPERE COSA RILASCIA NELL'ARIA, NEL SUOLO, NEL SOTTOSUOLO E NELLA FALDA!
Una cinquantina di "annusatori" certificati. E per le sostanze cancerogene? Li visitiamo (i sopravvissuti) fra una decina d'anni? Ci auguriamo che l'approccio alla fine sia più scientifico di quello che trapela per ora dai giornali.
CQSA
CQSA
2019/10/17
ASFALTI BRIANZA NON HA RIAPERTO! COSA INTENDIAMO FARE IN OGNI CASO
Info provenienti dal Comune di Concorezzo ci hanno avvisato che l'impianto non ha riaperto. Si stanno solo attuando gli interventi, prescritti dalla Procura, di quanto trovato che non doveva esserci.
CQSA
In realtà Asfalti Brianza non ha riaperto!
Resta il fatto che un migliaio di segnalazioni hanno certificato in modo inoppugnabile che Asfalti Brianza era la fonte inequivocabile dei terribili miasmi che hanno avvelenato decine di migliaia di persone nei mesi estivi del 2019. La controprova è che dalla chiusura le segnalazioni si contano sulle dita di una mano.
In secondo luogo il tema delle puzze spesso citate dai media è un'arma di distrazione di massa. L'azienda insalubre di prima classe produce emissioni CANCEROGENE. Lo ammette la stessa Asfalti Brianza in una relazione tecnica autofinanziata (perciò di parte) che si limita solo a restringere ad un raggio di 500 metri l'area esposta a queste emissioni nocive. Peraltro negli stessi 500 metri, anche dando per buona la limitazione, insistono bar, ristoranti, uffici e numerose abitazioni.
Per cui prima di fare esperimenti occorre che ARPA e ATS non si limitino a valutare solo le molestie olfattive ma analizzino scientificamente il fatto che questa azienda emette per definizione idrocarburi policiclici aromatici (benzene, toluene ecc.) e altre sostanze cancerogene.
Dunque occorrono centraline per monitorare l'aria ma anche una analisi di suolo, sottosuolo e falda.
Intanto come Comitato ci muoviamo chiedendo l'accesso agli atti a tutte le Istituzioni interessate (Arpa compresa) e abbiamo aperto contatti con legali competenti in materia ambientale.
Ma soprattutto chiediamo ai nostri Sindaci di tener fede alla loro responsabilità primaria in materia di tutela della salute dei cittadini.
Ai cittadini l'invito a riprendere, nel caso, ad effettuare le segnalazioni in modo molto preciso. Restiamo vigili e compatti.
CQSA
In realtà Asfalti Brianza non ha riaperto!
Resta il fatto che un migliaio di segnalazioni hanno certificato in modo inoppugnabile che Asfalti Brianza era la fonte inequivocabile dei terribili miasmi che hanno avvelenato decine di migliaia di persone nei mesi estivi del 2019. La controprova è che dalla chiusura le segnalazioni si contano sulle dita di una mano.
In secondo luogo il tema delle puzze spesso citate dai media è un'arma di distrazione di massa. L'azienda insalubre di prima classe produce emissioni CANCEROGENE. Lo ammette la stessa Asfalti Brianza in una relazione tecnica autofinanziata (perciò di parte) che si limita solo a restringere ad un raggio di 500 metri l'area esposta a queste emissioni nocive. Peraltro negli stessi 500 metri, anche dando per buona la limitazione, insistono bar, ristoranti, uffici e numerose abitazioni.
Per cui prima di fare esperimenti occorre che ARPA e ATS non si limitino a valutare solo le molestie olfattive ma analizzino scientificamente il fatto che questa azienda emette per definizione idrocarburi policiclici aromatici (benzene, toluene ecc.) e altre sostanze cancerogene.
Dunque occorrono centraline per monitorare l'aria ma anche una analisi di suolo, sottosuolo e falda.
Intanto come Comitato ci muoviamo chiedendo l'accesso agli atti a tutte le Istituzioni interessate (Arpa compresa) e abbiamo aperto contatti con legali competenti in materia ambientale.
Ma soprattutto chiediamo ai nostri Sindaci di tener fede alla loro responsabilità primaria in materia di tutela della salute dei cittadini.
Ai cittadini l'invito a riprendere, nel caso, ad effettuare le segnalazioni in modo molto preciso. Restiamo vigili e compatti.
CQSA
RIAPERTI I CANCELLI DI ASFALTI BRIANZA
AFALTI BRIANZA - CHIEDIAMO MONITORAGGIO CHE ESCLUDA LA PRESENZA DI SOSTANZE CANCEROGENE IN ARIA, SUOLO, SOTTOSUOLO E FALDA
Un articolo che propone un percorso che ci lascia molte perplessità. In primo luogo un migliaio di segnalazioni hanno identificato in modo inoppugnabile che Asfalti Brianza era la fonte inequivocabile dei terribili miasmi che hanno avvelenato decine di migliaia di persone nei mesi estivi del 2019. La controprova è che dalla chiusura le segnalazioni si contano sulle dita di una mano. In secondo luogo il tema delle puzze è un'arma di distrazione di massa. L'azienda insalubre di prima classe produce emissioni CANCEROGENE.  Lo ammette la stessa Asfalti Brianza in una relazione tecnica autofinanziata (perciò di parte) che si limita solo a restringere ad un raggio di 500 metri l'area esposta a queste emissioni nocive. Peraltro negli stessi 500 metri, anche dando per buona la limitazione, insistono bar, ristoranti, uffici e numerose abitazioni. Per cui prima di fare esperimenti occorre che ARPA  e ATS non si limitino a valutare solo le molestie olfattive ma analizzino scientificamente il fatto che questa azienda emette per definizione idrocarburi policiclici aromatici (benzene, toluene ecc.) e altre sostanze cancerogene. Occorrono centraline per monitorare l'aria ma anche una analisi di suolo, sottosuolo e falda.
E' tutto da dimostrare anche il fatto che i lavori svolti sull'impianto possano aver ridotto non solo "le puzze" ma anche gli effetti delle sostanze nocive. Senza contare che neppure la sbandierata ipotetica riduzione del 60-70% (60 o 70???) degli "odori" può essere considerata un obiettivo apprezzabile per le persone.
CQSA
E' tutto da dimostrare anche il fatto che i lavori svolti sull'impianto possano aver ridotto non solo "le puzze" ma anche gli effetti delle sostanze nocive. Senza contare che neppure la sbandierata ipotetica riduzione del 60-70% (60 o 70???) degli "odori" può essere considerata un obiettivo apprezzabile per le persone.
CQSA
OPEN WEEK E " HELP" - NUOVE IDEE ALLA SCUOLA DE FILIPPO
Lo ripetiamo fino alla noia. Questa è la scuola media della comunità di Sant'Albino e San Damiano!

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| DA NOIBRUGHERIO 9/10/2019 | 
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