COMITATO
PER IL PARCO A. CEDERNA – COMITATO LA VILLA REALE É ANCHE MIA
c/o
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382147
Monza, 26 settembre 2017
COMUNICATO STAMPA- PRIMA LA GERASCIA ORA IL ROCCOLO:
SENZA FINE LA VIOLENZA SUL PARCO. A COSA SERVONO SOPRINTENDENZA E CONSORZIO?
Sul prato del Roccolo è stato è stato
effettuato un intervento che riguarda circa 100x30 metri, cioè quasi un
terzo di ettaro, collocato
nell'angolo sud-est del medesimo,
accessibile dal golf attraversando la pista di alta velocità. Praticamente al
tappeto erboso è stato sovrapposto un terrapieno rialzato. Al posto
del prato originario sono state posizionate fasce di prato da giardino.
Secondo voci
che abbiamo raccolto in loco e dalle GEV, il Golf Club Milano, che ha in
concessione oltre 90 ettari nell’area nord del Parco, a fianco dell’autodromo,
avrebbe stipulato un accordo con la Sias per utilizzare ai suoi fini questa
fascia del prato del Roccolo, in concessione alla società che gestisce l’impianto
motoristico. Quest’ultima, come dimostra l’analisi del bilancio 2016 allegata,
malgrado l’entrata massiccia di ACI nel capitale sociale (75%), continua a
versare in uno stato economico molto precario e cerca di ripianare le perdite
in qualsiasi maniera.
Al momento
non è dato di sapere se l’area verrà recintata, ma è certo che, se è stata
subaffittata dalla Sias al Golf Club Milano per realizzarvi un campo prova,
l’utilizzo pubblico ne sarà condizionato.
È certo
altresì che mezzi, addetti e persone invaderebbero l’area e anche il Roccolo che dà il nome al prato, restaurato nel
2007 grazie a un finanziamento concesso da una ditta di abbigliamento sportivo
a seguito di un progetto presentato congiuntamente dal Comitato per il Parco A.
Cederna e dall’allora Amministrazione Parco.
Come si
legge nel sito del Consorzio, il prato del Roccolo e il Roccolo sono stati per
anni «addirittura adibiti a zona di campeggio in occasione dei Gran Premi di
Formula 1. Le conseguenze sono facili da immaginare: piante non potate
adeguatamente, sottobosco invaso da vegetazione spontanea, rifiuti vari».
Malgrado il riconoscimento dei danni provocati
dall’uso dissennato dell’area, il Consorzio avrebbe autorizzato l’attuale intervento
che, oltre che danneggiare il prato, ne modifica la morfologia e costituisce
dunque un danno paesaggistico che la Soprintendenza avrebbe dovuto impedire e
che, invece, secondo le scarse notizie che sono trapelate, avrebbe avallato.
Il rischio
concreto è che ora il prato del Roccolo diventi una dependance del Golf, come è
già avvenuto in parte lo scorso anno durante gli Open.
Ricordiamo
che a luglio, in occasione dell’assestamento di bilancio, il Consiglio
regionale Lombardo ha deciso un finanziamento regionale di 500.000 euro al Golf
Club Milano per gli Open, sul quale hanno espresso perplessità persino i
consiglieri di Forza Italia, non ritenendo tale voce di spesa una priorità. Si
tratta di un finanziamento pubblico indebito considerando che il Golf Club
Milano è un club privato: trecento soci hanno in uso esclusivo quasi un milione
di metri quadrati di Parco. Tutti gli altri (2 milioni di visitatori l'anno)
dispongono di circa 3 milioni di metri quadri liberi da concessioni!
Inoltre, per
iscriversi occorre:
Ø essere
introdotto da due soci
Ø presentare
una richiesta scritta per poi sostenere un colloquio di valutazione da parte di
membri del consiglio direttivo
Ø versare una
quota d’iscrizione che varia fra i 4.300,00 e i 4.500, 00 euro a seconda se
siano o meno previste spese, che quindi vengono ‘spalmate’ sugli iscritti
Ø versare
15.000,00 euro a fondo perduto rateizzabili (1.500,00 per i primi 4 anni e il
saldo del rimanente entro il 5° anno).
La concessione al Golf Club Milano non è un buon
affare per il Parco anche sotto il profilo finanziario:
Ø in un anno i gestori del Club incamerano qualche
milione di quote sociali, mentre pagano un canone annuo di affitto di 560.000€
indicizzabili
Ø il Comune di Monza ha dovuto sostenere un
contenzioso giudiziario per costringere il Golf Club Milano a versare l’IMU e
l’ICI dovuti per mancati accatastamenti e conseguenti anni di arretrati; contenzioso
che si è risolto, vantaggiosamente per il Golf Club Milano e svantaggiosamente
per le casse comunali, con uno sconto del 30% sulla somma dovuta e il pagamento
dei quasi 665.000,00 rimasti con il versamento di una prima tranche di
100.000,00 euro e di 33 rate per il
rimanente !!!
Nel 2008, al Golf Club Milano è stata rinnovata la
concessione per 14 anni, vale a dire sino al 2022, malgrado il parere espresso
dall’allora Soprintendente, Lucia Gremmo, in occasione del Piano per la
rinascita del Parco di Monza (legge regionale 31 luglio 1995 n. 40), favorevole
all’allontanamento dell’impianto, prefigurando un recupero della vocazione
originaria del complesso monumentale che lo renderebbe degno di entrare a far
parte del patrimonio dell’Unesco.
Contro il
rinnovo della concessione sono state raccolte dal Comitato per il Parco A.
Cederna oltre 3.000 firme, ma gli amministratori monzesi hanno preferito
ignorarle e hanno rinnovato la concessione senza nemmeno chiedere la
restituzione alla fruizione pubblica di una buca delle 27 di cui il campo di
golf dispone (9 in più delle 18 richieste per le gare internazionali) situata
in prossimità del fontanile che alimentava originariamente la roggia Pelucca. Sono
state presentate proposte per mitigare la presenza invasiva dell’impianto fra
le quali la sostituzione delle recinzioni con siepi per consentire il
camminamento del pubblico, come avviene nei golf club italiani e internazionali
che non godono di privilegi feudali per pochi eletti, ma considerano il golf uno
sport che tutti hanno il diritto e devono avere la possibilità di praticare.
L’intervento denunciato va nella direzione opposta
di estendere la presenza invasiva e dannosa degli impianti sportivi nelle aree
protette, come già è avvenuto per i mega raduni dei concerti sulla Gerascia e
nel prato retrostante la Villa Reale.