Anche noi ci associamo nel cordoglio alla famiglia. Ilario era una bella persona. Era volonteroso, disponibile e schivo. Mancherà a tutti.
CQSASD
Anche noi ci associamo nel cordoglio alla famiglia. Ilario era una bella persona. Era volonteroso, disponibile e schivo. Mancherà a tutti.
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Vediamo se qualcuno avrà il coraggio di schierarsi per la riapertura di questa azienda insalubre di 1^ classe che, come certificato da ARPA emette sostanze cancerogene (e la Procura mantiene per questo il sequestro); attorno alla quale, come certifica ATS il rischio tossicologico è 40 volte superiore ai limiti di legge e il rischio cancerogeno 30 volte superiore al limite accettabile (per i cancerogeni non ci sono soglie; fanno sempre male anche in una minima concentrazione).
Qui trovate, minuto per minuto, 10 anni di inadempimenti, promesse, richieste di proroga e disagi provocati alla cittadinanza da parte di Asfalti Brianza e 10 anni di indecisioni, rimpalli di responsabilità, assurdi tavoli di "adeguamento" e "concertazione...
Leggete di persona e diteci se è possibile!
https://docs.google.com/spreadsheets/d/1Y1gy0S4QOeasjPh0GPUWztaSmFe0De7JwSXbGd2zJlM/edit?usp=sharing
Cosa non vogliamo per Monza e in alternativa un ampio progetto di interventi qualificanti per la nostra città e il nostro quartiere.
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In attesa che finalmente qualcuno intervenga a garantire il diritto costituzionale alla salute ecco un elenco di fatti salienti della “vicenda Asfalti Brianza” (nei link spesso trovate anche il documento originale)
Ricordiamo che le prime segnalazioni sono del 2014, con intensificazione nel 2016 e esplosione nell’estate 2019.
Trascuriamo per ora l’infinita serie di “tavoli di
concertazione” e di riunioni per Conferenze di servizi, sempre inutili per
mancato adeguamento dell’azienda alle prescrizioni. Trascuriamo anche la
lunga serie di nostri ed altrui esposti alle autorità.
Quanto ai vari tavoli ARPA ha presenziato il 28/5/2018 chiarendo subito che in assenza di
attivazione delle Procedure per la DGR 3018 non sarebbe stata titolata ad alcun
ruolo attivo. I funzionari di ATS presenti ai tavoli fin dal novembre 2017
dichiararono subito a verbale di occuparsi di medicina del lavoro e di non aver
ricevuto alcuna segnalazione anomala dai lavoratori di AB (!) per cui...
Prima dei controlli dell’aprile e maggio 2020 (sollecitati
dal Prefetto) ARPA ha effettuato sempre controlli a camino spento e fino alla
relazione dell’Aprile 2021 ATS non ha esercitato alcuna funzione particolare.
25/6/2020 CHI SONO I PROPIETARI (E RELATIVA RASSEGNA
STAMPA)
https://comitatoquartieresantalbino.blogspot.com/search/label/%23ASFALTIBRIANZAPROPRIETA%27
5/2/2018 RELAZIONE DI EGARDI (COMITATO TUTELA DI
CONCOREZZO) CON RICHIESTA VERIFICA EMISSIONI) SOTTOSCRITTO ANCHE DAL COMITATO
DI SANT’ALBINO https://comitatoquartieresantalbino.blogspot.com/search/label/%23ASFALTIBRIANZARELAZIONEEGARDI
14/3/2018
- STRALCIO RELAZIONE OSMOTECH PRODOTTA DALLA STESSA ASFALTI BRIANZA (CHE
CONFERMA EMISSIONI CANCEROGENE SIA PUR CONFINANDOLE IN UN PERIMETRO DI 500 M.) (NOTA: CASE A 50 METRI)
https://comitatoquartieresantalbino.blogspot.com/search/label/%23ASFALTIBRIANZARELAZIONEOSMOTECH
25/9/2019
SEQUESTRO DA PARTE DELLA PROCURA PER ILLECITA GESTIONE DEI RIFIUTI
https://comitatoquartieresantalbino.blogspot.com/2020/03/2592019-verbale-sequestro-asfalti.html
15/6/2020
Perizia commissionata dal Comune di Concorezzo. Secondo noi confermava
al 100% le nostre denunce ma poi non è mai stata considerata dai suoi stessi
committenti).
https://comitatoquartieresantalbino.blogspot.com/search/label/%23ABPERIZIACAPITANIO
28/7/2020
SEQUESTRO DA PARTE DELLA PROCURA PER EMISSIONI ILLLECITE
https://comitatoquartieresantalbino.blogspot.com/search/label/%23ABSEQUESTRO28-7-2020
DETERMINA
PROVINCIA DEL 29/10/2020 – CANCELLAZIONE DI AB DAL REGISTRO DELLE AZIENDE
AUTORIZZATE A TRATTARE RIFIUTI )
https://comitatoquartieresantalbino.blogspot.com/search/label/%23ABSEQUESTROGESTIONERIFIUTI
https://comitatoquartieresantalbino.blogspot.com/search/label/%23ABRELAZIONEATS
13/5/20021
ATO MB CONFERMA LA DIFFIDA (VIGENTE DAL NOVEMBRE 2019 2019)
https://comitatoquartieresantalbino.blogspot.com/search/label/%23ABATOMB13-5-2021
7 anni di violazione del diritto alla salute
https://comitatoquartieresantalbino.blogspot.com/2021/03/asfalti-brianza-va-chiusa-7-anni-di.html
IL VIDEO DE LE IENE E ALTRO
https://comitatoquartieresantalbino.blogspot.com/2021/03/asfalti-brianza-pericolo-cancro-il.html
Asfalti Brianza è una "azienda insalubre di 1^ classe" e come tale non dovrebbe stare in un abitato. O ci potrebbe stare solo dimostrando contro ogni ragionevole dubbio di non essere in alcun modo nociva. Invece le segnalazioni dei cittadini indicano da anni una situazione intollerabile che (solo) ora finalmente è stata fotografata impietosamente dai controlli di ARPA e dalla relazione stilata da ATS MB sulla base di tali controlli. Il 30/6/2020, infatti, (unico giorno di controllo al camino, come sempre da noi richiesto) il benzene (potenzialmente cancerogeno e mutageno) ha superato la soglia massima di legge ben 9 volte su 14. I controlli alle centraline poste a Concorezzo (Via Ozanam e Rancate) e a Sant'Albino (Via Rossi e Piazza Pertini) pur in un periodo di ridotta produzione (causa sequestro) hanno rilevato un rischio tossicologico 40 volte superiore ai limiti di legge e un rischio cancerogeno 30 volte superiore al limite accettabile (perché per i cancerogeni non esiste un limite di legge: fanno sempre male).
A fronte di questi risultati preoccupanti andrebbe presa subito una decisione definitiva.
Si aggiunga che gli interventi per l'adeguamento degli scarichi fognari imposti fin dal 2016 non sono stati ancora realizzati da AB ( vedi qui: https://comitatoquartieresantalbino.blogspot.com/2021/06/asfalti-brianza-da-sei-anni-non-adempie.html).
Ebbene, nonostante la pesantezza dei dati raccolti nessuno prende la decisione finale.
Infatti nel documento allegato sotto il Comune di Concorezzo sostanzialmente dice alla Provincia: visto che a dicembre 2020 per inadempienze varie avete tolto ad Asfalti Brianza l'Autorizzazione a trattare rifiuti, visto che la relazione stilata da ATS MB ad aprile 2021 sulla base dei controlli ARPA (nostra nota sulla tempestività della relazione ATS: controlli di un anno fa!) ha confermato seri rischi per la salute dei cittadini e visto che il Prefetto chiede ai vari enti in gioco cosa intendono fare (cosa peraltro già richiesta nel corso del primo tavolo prefettizio di un anno fa (!), per il momento chiedo a te, Provincia di convocare l'ennesima Conferenza di Servizi per rilasciare una nuova AUA ad Asfalti Brianza. Un gioco dell'oca che si svolge da ormai sei anni e che ci riconduce sempre alla casella di partenza...
CQSASD
vedi il documento originale sotto.
Gli interventi per l'adeguamento degli scarichi fognari sono stati imposti già nel 2016.
Infatti la concessione dell'AUA (Autorizzazione unica ambientale del 24/10/2016) era subordinata ad interventi da effettuare entro 180 gg. (6 mesi). A tutto oggi, dopo svariate Conferenze dei Servizi (sempre fallite negli anni per mancati adempimenti da parte dell'Azienda) e decine di tavoli con le Istituzioni ATO MB conferma (vedi documento in allegato sotto) che Asfalti Brianza non ha ancora eseguito i lavori richiesti.
E' probabile che un normale cittadino inadempiente sarebbe stato istantaneamente e pesantemente sanzionato. Qui invece abbiamo a che fare con una "azienda insalubre di 1^ classe" che non dovrebbe stare in un abitato. O che ci potrebbe stare solo dimostrando contro ogni ragionevole dubbio di non essere in alcun modo nociva. Invece le segnalazioni dei cittadini indicano da anni una situazione intollerabile che (solo) ora finalmente è stata fotografata impietosamente dai controlli di ARPA e dalla relazione stilata da ATS MB sulla base di tali controlli. Il 30/6/2020, infatti, (unico giorno di controllo al camino, come sempre da noi richiesto) il benzene (potenzialmente cancerogeno e mutageno) ha superato la soglia massima di legge ben 9 volte su 14. I controlli alle centraline poste a Concorezzo (Via Ozanam e Rancate) e a Sant'Albino (Via Rossi e Piazza Pertini) pur in un periodo di ridotta produzione (causa sequestro) hanno rilevato un rischio tossicologico 40 volte superiore ai limiti di legge e un rischio cancerogeno 30 volte superiore al limite accettabile (perché per i cancerogeni non esiste un limite di legge: fanno sempre male).
Eppure assistiamo all'ennesima richiesta di ulteriori documenti. Il Comune di Concorezzo addirittura suggerisce ad Asfalti Brianza di chiedere una nuova autorizzazione, chiede nuovi controlli dell'aria (a che pro?) e l'attivazione della DGR 3018 sulle molestie olfattive, procedura che a fine 2017 il Comune di Monza aveva già suggerito e che il Comune di Concorezzo non aveva attivato preferendo proseguire in "tavoli di concertazione" con l'Azienda che negli anni si sono rivelati inutili ed anzi controproducenti. Senza contare che la procedura prevista dalla DGR 3018 è lunga e coomplessa e difficilmente approda a risultati inconnutabili. Come abbiamo varie volte osservato, infatti, il controllo dei fumi emessi dall'auto si fa al tubo di scappamento (cioè al camino di Asfalti Brianza) e non disseminando "annusatori" incaricati di fornire appunto "a naso" valutazioni inevitabilmente soggettive e facilmente impugnabili.
CQSASD
Quella sui fanghi tossici spacciati per fertilizzanti è una battaglia che sostiene anche qualche Comitato del network "DIRITTO AL RESPIRO" che stiamo cercando di mettere in piedi a livello nazionale. Una vicenda vergognosa. Firmate la petizione!
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“Abbiamo appena dato il via libera a 1000 Terre dei Fuochi”. La dottoressa Fiorella Belpoggi è direttrice del centro di ricerca sul cancro “Cesare Maltoni” dell’istituto Ramazzini ed è più che preoccupata per le nuove norme sui fanghi da depurazione inserite nel decreto Genova (Decreto Legge 28 settembre 2018, n. 109 coordinato con le modifiche introdotte dalla Legge di conversione n. 16 novembre 2018, n. 130, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 19 novembre 2018, n. 269.) con cui il governo ha innalzato i limiti di concentrazione di sostanze pericolosissime come idrocarburi, diossine e Pcb negli scarti di lavorazione del processo di epurazione riutilizzabili poi in agricoltura come concimi. “Parliamo di sostanze che sono riconosciute come cancerogene. L’esposizione a queste sostanze di una donna in stato di gravidanza può provocare gravissime malformazioni del feto mentre in un bambino possono essere causa di gravi problemi di riproduzione di sviluppo. Fareste mangiare a neonati e bambini piccoli carote e verdure cresciute su una terra avvelenata con queste sostanze?” LA NUOVA NORMA L’articolo 41 del decreto Genova approvato per affrontare l’emergenza causata dal crollo del viadotto Morandi inserisce “Disposizioni urgenti sulla gestione dei fanghi di depurazione”. “Al fine di superare situazioni di criticità nella gestione dei fanghi di depurazione”, il governo fissa a 1.000 milligrammi per chilo di sostanza tal quale il limite per gli idrocarburi pesanti C10-C40. È una modifica sostanziale che cambia decisamente le carte in tavola rispetto a quanto stabilito dal tribunale amministrativo che, sulla base delle sentenze della Cassazione, aveva stabilito i limiti di concentrazione di sostanze nei terreni previsti dalla legge 152 del 2006 a venti volte meno di quanto previsto nel decreto Genova. La legge, grazie agli emendamenti che ha recepito, per il toluene alza il limite di 200 volte, per il selenio il limite è alzato di 3 volte, per i Pcb viene alzato di 13,3 volte, per i Pcdd/Pcdf (diossine) il limite diventa ben 2,5 volte maggiore. Si autorizza in questo modo ad accumulare sui terreni destinati all’agricoltura diossine, Pcb e microinquinanti tossici trasformando nel tempo quei terreni in aree da sottoporre a bonifica e contaminando le matrici ambientali e la catena alimentare. Le colture più a rischio potrebbero essere quelle di zucchine, melanzane e cavoli. SCARTI INDUSTRIALI NELLE ACQUE REFLUE Si è assicurato, nei giorni precedenti all’approvazione della legge che: non si sarebbero ammessi fanghi industriali ma esclusivamente di fanghi provenienti dalla depurazione delle acque reflue derivanti da scarichi civili e da insediamenti produttivi dell’agroalimentare. La realtà, però, non è affatto questa. Innanzitutto perché negli scarichi civili degli insediamenti urbani finiscono anche le acque reflue usate da impianti industriali, e poi perché le norme regionali possono concedere ampie deroghe alla normativa. È il caso di quella lombarda che autorizza in ingresso dei depuratori civili per l’utilizzo in agricoltura anche molte tipologie di rifiuti: da quelli della lavorazione del legno, della produzione di carta, polpa cartone pannelli e mobili a quelli della lavorazione di pelli e pellicce dell’industria tessile passando per i rifiuti da produzione, formulazione, fornitura e uso di prodotti chimici organici di base e plastiche, gomme sintetiche e fibre artificiali. E poi quelli derivati dalla produzione di prodotti farmaceutici, grassi, lubrificanti, saponi, detergenti, disinfettanti e cosmetici e prodotti della chimica fine e di prodotti chimici “non specificati altrimenti”. Tutti rifiuti che finiscono nei fanghi che poi vengono sparsi nei campi nonostante la legge del 1992 prescriva espressamente che non possano contenere “sostanze tossiche e nocive e/o persistenti, e/o bioaccumulabili in concentrazioni dannose per il terreno, per le colture, per gli animali, per l’uomo e per l’ambiente in generale”. I PERICOLI PER LA SALUTE E PER IL PIATTO: “l’impressione è che sia proprio un’autorizzazione a inquinare per legge” Secondo Patrizia Gentilini, oncologo ed ematologo membro della società Internazionale dei medici per l’ambiente (Isde) “si sono messi dei limiti per cromo e arsenico, addirittura per il cromo esavalente che è una sostanza nota da trenta anni per la sua pericolosità e cancerogenicità. Ma per queste sostanze l’unico limite accettabile sarebbe l’essere al di sotto della soglia di rilevabilità in laboratorio. Queste sostanze finiscono nelle falde acquifere e non potendo essere degradate sono diffuse e arrivano anche negli alimenti. Sul problema della contaminazione da metalli pesanti l’Efsa ha regolamentato abbassando i limiti del cromo esavalente negli alimenti perché è riconosciuto come sostanza molto pericolosa”. E sui pericoli la dottoressa Gentilini aggiunge: “Parliamo di sostanze molto persistenti. Prendiamo i policlorobifenili: ne esistono 209 congeneri e sono stati vietati già negli anni 80 perché si è scoperto che non si degradano in nessun modo. La Iarc, l’Agenzia per la ricerca sul cancro con sede a Lione li ha classificati cancerogeni per l’uomo di livello 1. Di questi 209 fino a poco tempo fa si conosceva l’attività di soli 12 congeneri che hanno comportamenti del tutto simili alla diossina, poi s’è scoperta l’azione anche degli altri e tutti sono cancerogeni. Questo genere di sostanze inoltre, agisce come interferenti endocrini: alterano l’equilibrio ormonale andando a impattare sulle funzioni del sistema riproduttivo, sull’attività della tiroide e sullo sviluppo cognitivo. Queste sostanze agiscono su organismi in via di sviluppo anche a dosi minimali. In definitiva, non esiste alcuna soglia di sicurezza. Poi i metalli pesanti: parliamo di cromo, piombo, arsenico, la loro tossicità e pericolosità è accertata come il nesso con problemi di insufficienza renale, problemi alle ossa e all’apparato riproduttivo. Il cromo esavalente è un cancerogeno certo. Diossine e Pcb sono sostanze lipofile, significa cioè che si accumulano in particolare negli animali, nella carne e nel latte. Invece di licenziare norme più rigorose a tutela della salute umana si permette lo spargimento di fanghi con questi livelli di sostanze. Così si compromette la qualità delle colture e si aumenta il rischio per la nostra salute”. FATE UN PASSO INDIETRO Quello che Il Salvagente vi chiede a nome dei consumatori e dei produttori che domani potrebbero trovarsi a pagare l’inevitabile inquinamento dei prodotti della terra, è un passo indietro tornando al limite precauzionale di concentrazione di sostanze nei terreni previsti dalla legge 152 del 2006 con una soglia di 50 mg/kg di sostanza secca. Un gesto di sana politica e di rispetto tanto di uno dei gioielli italiani, il tanto proclamato made in Italy alimentare che di precauzione nei confronti dei consumatori. | |||||||||||
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