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2024/12/21
APPELLO AI CITTADINI E AI POLITICI – RIFLESSIONI DOPO LA CONSULTA DI S. ALBINO DEL 19/12/24
Nonostante una vasta pubblicizzazione che ha visto questa volta il Comitato di quartiere S. Albino S. Damiano (CQSASD) impegnato anche nella distribuzione di volantini ad hoc, la partecipazione all’ ultima Consulta cui ha presenziato la neo-assessora Zappalà ha visto la solita abbastanza sparuta presenza di cittadini aventi un’età media molto avanzata. Pare che in altre Consulte la situazione sia anche peggiore. Un risultato che parrebbe sconfortante ma che merita anche qualche riflessione.
Dal punto di vista storico S. Albino non è mai stato un centro particolarmente vitale. Del resto ancora agli inizi del 1900 i quattro gatti (oggi circa 2400) ivi residenti erano divisi tra quattro amministrazioni comunali diverse (Monza, Brugherio, Concorezzo e Agrate). Sant'Albino e San Damiano furono per secoli un solo agglomerato che soltanto a fine 1800 fu diviso dal tracciato del Canale Villoresi. La situazione di S. Damiano era diversa da quella di S. Albino. San Damiano ha avuto anche un passato di comune autonomo e attività economiche importanti (una grande fabbrica e una proprietà agricola che dava lavoro a molti capifamiglia). In questi contesti tanto diversi esistevano comunque alcuni poli di aggregazione comuni. In primo luogo la Parrocchia che era (ed è) unitaria e poi tre circoli di ispirazione socialista e cattolica. Esistevano poi, soprattutto a San Damiano, società sportive e associazioni alimentate da un ricco volontariato e una miriade di negozi di prossimità che favorivano comunque una “vita di paese” fatta di relazioni personali.
Con l’avvento di quella che Bauman definì “società liquida” tutti questi poli aggregativi sono scomparsi o andati in crisi. Hanno chiuso praticamente tutte o quasi le attività commerciali. Si sono sempre più allentati i vincoli di reciproco riconoscimento legati alla comune partecipazione alla vita parrocchiale o a quella dei circoli. Le amministrazioni comunali, la Chiesa e l’amministrazione scolastica non hanno fatto molto per arginare questa deriva accentuando sempre più la separatezza (Via Offelera con i suoi lato destro e sinistro sembra l’emblema di questa mancanza di dialogo). Il governo della Parrocchia non ha più sede a S. Albino/San Damiano ma a Brugherio. La scuola media De Filippo, nata come media consortile fra i due comuni di Monza e Brugherio, che avrebbe dovuto servire da bacino per gli studenti medi dei due “paesi” evitando loro il trasferimento con i bus verso i centri delle due città, ha perso la direzione ed è stata accorpata con Brugherio. La Banda ha perso la sede e anche se conserva il nome di Corpo Musicale S. Damiano S. Albino è divenuta sostanzialmente una banda brugherese. Progressivamente anche S. Damiano si avvia a seguire S. Albino sulla via della “periferizzazione”. Il bello è che i sempre minori servizi (senza parlare dell’inquinamento da traffico) abbassano il costo di affitti e case aumentando l’attrattività per una fascia di popolazione con minori possibilità economiche. Ma nulla nasce per accogliere in modo adeguato i nuovi cittadini. Si pensi ad esempio al massiccio insediamento Devero che porterà un sacco di gente in un'area già supercongestionata, a pochi metri dalla famigerata "Rotonda a fagiolo già rotondakiller". Gli anziani senza auto o familiari di sostegno non hanno luoghi per fare la spesa o per trovarsi. Di tutto ciò la politica sembra non avere alcuna consapevolezza. Molta classe dirigente "progressista" è fatta (non per colpa loro) di privilegiati, benestanti figli di benestanti, istruiti, che vivono senza contatti con le realtà più periferiche. Infondo condividono da decenni le politiche "neoliberiste" (?). Si battono al limite per i diritti individuali (ottima cosa) ma tutto sommato hanno dimenticato che i primi diritti dovrebbero essere quelli collettivi a salute, scuola, casa, salari dignitosi, spazi vivibili e socialità. La loro visione è del tutto analoga a quella dei conservatori. Al limite possiamo concedere loro con qualche sollievo che non sono fascisti. Anche per loro è normale che la programmazione degli interventi sia sempre di breve periodo e dipendente essenzialmente dagli introiti garantiti dagli oneri di urbanizzazione per nuovo cemento. Ma neppure le persone si accorgono della china verso cui scivoliamo inevitabilmente perché finché hai un po’ di reddito, l’automobile, la giovinezza e la salute sembra che questa società ti offra tutto il necessario. Se non lo trovi a S. Albino basta che ti sposti un po'. Come se un’aria respirabile, spazi verdi, biblioteche, teatri, cinema, centri culturali e di aggregazione fossero beni superflui. Ma senza qualche serio intervento della politica le cose sono destinate solo a peggiorare. I residui legami di una lunga storia da “paese” si vanno dileguando rapidamente lasciando spazio ad una società sempre più disgregata e meno felice, sempre più simile a quella delle grandi e orrende borgate periferiche. Soprattutto chi ha figli piccoli dovrebbe riflettere un po' su questi orizzonti poco confortanti che si profilano. Quanto ai politici vorremmo ricordare loro che, come osserva Cacciari, "ministro" (e amministratore) etimologicamente significa :"colui che serve la minestra" ossia colui che è al servizio della collettività.
CQSASD
ps: il nostro Comitato ha dato da tempo le dimissioni dalla Consulta. Ci pare sia un organismo dai contorni incerti in cui la rappresentatività è confusa e le competenze molto limitate (un festificio?). Partecipiamo come singoli cittadini attivi nella speranza di correggerne almeno un po' il tiro.