Una sola precisazione sul bell'articolo di Antonio Caccamo che trovate sotto. Ricordiamo a tutti che Arpa ha indicato chiaramente che tra i COV (Composti organici volatili) emessi in eccesso che violano le disposizioni dell'AUA (Autorizzazione unica ambientale) vi è il
BENZENE, materiale potenzialmente cancerogeno.
Sulla base di questo sforamento la Procura, dopo un primo sequestro (settembre 2019) disposto per irregolare gestione rifiuti ha provveduto (22 Luglio 2020) ad un secondo sequestro per irregolarità nelle emissioni.
Dunque Asfalti Brianza ha fretta.
Ma cosa ha fatto negli ultimi sei anni per meritarsi una sia pur minima credibilità?
Ora ha presentato (si presume) un ennesimo programma di interventi mitigativi. Ma l'aveva già promesso nel 2016 e poi nel maggio 2018 e nell'estate 2019. I pochi passi fatti (nuovo bruciatore, consentito dall'ordinanza di Capitanio del 13/8/2019) ebbero effetti catastrofici e un peggioramento ulteriore della situazione. Ora una nuova ordinanza di Capitanio ha consentito un intervento di "nebulizzazione" suggerito da un consulente nuovo. Ipotesi che la stessa perizia commissionata dal Comune di Concorezzo (15/6/2020) ha liquidato anticipatamente come non utile a sanare le tante e tali inadempienze per le quali il ritorno ad una situazione di legalità prevede "tempi tanto lunghi da risultare imprevedibili".
Al camino continuano a confluire emissioni non consentite (dall'area di stoccaggio e di carico, ma anche dal miscelatore; mediante convogliamenti illegali, non previsti dall'AUA).
All'impianto si collega un nastro trasportatore illegittimo (non previsto da AUA) che, guarda caso, parte dalla montagna di fresato. Fresato che non si può assolutamente utilizzare ma che lo stesso Vincenzo Bianchi ha confessato di usare (vedi verbale ARPA del settembre 2019).
Il filtro dell'impianto continua ad essere quello a tessuto (a manica) che è in grado di abbattere solo le polveri ed i materiali grossolani. Sarebbe adatto ad un impianto efficiente che usi solo materie prime. Lo stesso Capitanio ha candidamente ammesso alle Iene che se si usassero solo le materie prime normate non si produrrebbe alcun odore molesto...E allora?
Evidentemente 6 anni di puzze e di emissioni di gas potenzialmente cancerogeni confermano che un impianto obsoleto come questo, gestito da un management che nei decenni si è distinto solo per non saper dare risposte serie alle lamentele delle popolazioni circostanti (Segrate prima; Monza, Brugherio, Agrate e Concorezzo ora) non è più "mitigabile".
Lasciamo perdere il fatto che, come noto, un'azienda insalubre di prima classe come questa non potrebbe stare in un abitato ma la sfilza delle irregolarità è annosa e praticamente infinita.
L'AUA avrebbe consentito lo stoccaggio di 1200 mc di fresato (da non utilizzare comunque nella produzione). Negli anni Asfalti Brianza ha ammassato (nel silenzio totale delle varie autorità preposte) circa 25.000 mc di materiale del tutto non caratterizzato (né per qualità né per provenienza). Avrebbe già dovuto smaltire nei siti deputati questo rifiuto entro il 24/1/2020 e non l'ha fatto. Ora dovrebbe farlo entro il 30 settembre 2020 provvedendo contestualmente alla precisa caratterizzazione (cosa è e da dove veniva; ma come farà in assenza di qualsiasi documentazione d'ingresso?) di tutto il materiale, liberando tra l'altro l'area di rispetto di 200 metri dal pozzo di acqua potabile (altra grave violazione che è costata una diffida ATO ancora aperta e la minaccia da parte di ATO MB di chiedere alla Provincia il ritiro dell Autorizzazione).
ASFALTI BRIANZA VA DELOCALIZZATA. ANZI, VISTO LA SUA STORIA, VA CHIUSA PER SEMPRE A TUTELA DI FUTURE ALTRE POPOLAZIONI DA (NON) INQUINARE.
CQSASD